Il passo nel Taijiquan è molto più di un semplice movimento meccanico: è un momento chiave in cui si esprime equilibrio, controllo e connessione. Comprenderne la qualità significa entrare nel cuore della pratica.

Tre voci tradizionali sul passo
Partiamo da tre citazioni :
- Chen Jifu:“Stai sul piede destro per avanzare con il sinistro, poi stai sul piede sinistro per avanzare con il destro. Quando fai un passo, appoggia prima il tallone, poi le dita afferrano il terreno. Il passo deve essere saldo e il corpo deve rimanere stabile.”
- Guo Yunshen:“Quando il piede anteriore tocca terra, il tallone deve toccare per primo senza fare rumore, poi l’intero piede deve appoggiare a terra.”
- Chen Xin:“Un passo tocca terra prima con il tallone, poi gradualmente si appoggiano le dita dei piedi […].”
Da queste parole emerge la visione condivisa di come il passo nel Taijiquan sia un atto controllato, silenzioso e radicato.
Vuoto e pieno: il cuore del Taiji
Uno dei principi fondamentali del Taijiquan è la distinzione tra vuoto e pieno. Chen Jifu lo ricorda chiaramente: per avanzare con una gamba, l’altra deve essere ben radicata. Il peso si trasferisce completamente su una sola gamba, rendendo l’altra “vuota” e libera di muoversi.
Questo si riflette anche nel modo in cui il piede tocca il suolo: prima il tallone, poi gradualmente il resto del piede. Guo Yunshen sottolinea l’importanza del controllo: il contatto con il terreno deve avvenire senza fare rumore, segno di piena padronanza del movimento.
Lo yin nello yang nel movimento
Il Taijiquan è l’arte dell’equilibrio tra opposti. Anche nel passo, il movimento non è una semplice spinta in avanti, ma una possibilità conservata. La gamba si estende con leggerezza, mantenendo la capacità di ritrarsi. Questa è la presenza dello yin nello yang: anche nel movimento attivo, in cui resta latente la possibilità del ritorno.
Il Chan Si Jin: la spirale nel piede
Il riferimento al chan si jin risulta leggendo per intero la citazione di Chen Xin :
“Un passo tocca terra prima con il tallone, poi gradualmente si appoggiano le dita dei piedi, stimolando i punti di agopuntura Zutonggu [BL 66] e Dazhong [KI 4], così come Yinbai [SP 1], Dadun [LR 1] e Lidui [ST 45], fino a quando tutto il piede è appoggiato al suolo.”
Da questa descrizione emerge come la spirale del Chan Si Jin (filo di seta) si manifesta anche nel contatto del piede con la terra. Se, seguendo l’ordine in cui sono citati, uniamo i punti indicati, possiamo visualizzare la parte finale della curva elicoidale che accompagna l’intero gesto. Il passo non è solo biomeccanica, ma anche flusso del Qi lungo percorsi ben precisi.


La geometria del passo: il carattere 川
Infine, Shen Jiazhen ci offre una chiave visiva e strutturale per comprendere il passo nel Taiji:
“Poiché il Taiji Quan prevede l’apertura delle anche e l’inforcatura arrotondata, i passi vengono eseguiti seguendo lo schema del carattere 川 (chuān – fiume) […]. Questo significa che i piedi non si trovano su una singola linea o su due linee molto vicine, conferendo così alla posizione una larghezza leggermente maggiore, oltre alla lunghezza.”

Questo schema garantisce stabilità e apertura, due elementi essenziali per mantenere l’equilibrio anche nei movimenti più dinamici.
Ogni passo nel Taijiquan è una lezione di ascolto, presenza e intenzione. Non è solo un modo per spostarsi nello spazio, ma un’espressione di equilibrio interno. Con la corretta alternanza tra vuoto e pieno, la cura nella distribuzione del peso, la stimolazione dei meridiani e una struttura stabile, il passo diventa una pratica completa di coltivazione del corpo e della mente.